giovedì 10 marzo 2022

l'infine

L'infine
Affonderemo danzando, come la sala da ballo del Titanic 
o creperemo testando improbabili ricette.

Berremo la cicuta, 
come un cicchetto del peggior rhum ammazzacaffè.

Ce ne andremo all'inferno su tiktok mentre canticchiamo il requiem neomelodico a un volatile caduto l'anno prima del muro di Berlino.

Verremo liquefatti mentre ci accingiamo col numerino in mano a comprare il parmacotto per la cena.

Usciremo di scena mentre ci apprestiamo ebeti all'agognato e meritato apericena.

Ritorneremo luce suprema, schifati da qualsiasi divinità ci spetti, 
che ci darà degli inetti.

E ci mangeranno gli insetti.
Definitivamente. 

@Salvatore Ugo Digennaro

martedì 29 giugno 2021

WALKING THE DOG

WALKING THE DOG 




Passeggio con Bea, al fresco della mezzanotte.

Televisori da finestre aperte, telegiornali o sport.

Sporadiche auto, qualcuno clacsona per salutare,

io rispondo per educazione ignaro di chi sia.

Prima pipì. 

Dalla finestra di fronte si sente un mix di jazz e suoni di inequivocabile amore.

Beati loro.

Mi vergogno un pochino per la casuale intromissione nel momento di privacy.

Casuale fu la pipì della cana.

Le dico "muoviti", lei mi guarda, si rialza, scavicchia nel terreno, par mi sorrida e prosegue, io attaccato al guinzaglio la seguo.

C'è un fresco delizioso, dopo l'afa interminabile.

Oggi mi son concesso mezza giornata di mare, ho messo la crema, ma l'ho spalmata a chiazze, prima allo specchio sembravo la Pimpa.

E i miei rosati pois ringraziano di cuore Eolo. 

Seconda pipì, accanto al cestino dei rifiuti. 

Noto piacevolmente che qualcuno ha pensato molto bene di disfarsi di un coprisedile per auto, rilasciandolo nell'aiuola.

"Coglione", penso.

La facciata della chiesa con l'aquila in primo piano affronta la stazione, in mezzo i binari.

Bea mi porta verso le case popolari, proseguiamo, c'è un giardino, il recinto è di ferro, arrugginito, all'interno ci sono tre rose.

Una ha solo un petalo, rosa, avvizzito, l'altra è spelacchiata di un passato nobile, la terza un bocciolo rosa tendente al bianco.

Mi chiedo come siano sopravvissute qussti giorni di calura.

Sorrido.

Un suv nero mi sfreccia accanto.

Pipì.

Passa una macchina.

Rallenta.

Parcheggia.

Uomo dal volto stanco e scavato, 

pantaloni neri, scarpe di vernice nera,

camicia bianca, 

in mano giacca nera e busta di plastica.

Un cameriere,

incrocio il suo sguardo,

ci riconosciamo,

ci salutiamo,

proseguiamo,

ricordo che da piccoli abbiamo giocato a pallone qualche volta insieme.

Mi guardo la panza e mi dico, adesso il pallone me lo sono mangiato.

Passa uno scooter, 

due ragazze,

cantano a squarciagola.

la fanciulla che guida pare muova il manubrio con le tette,

tanto son grosse.

Non riconosco la canzone.

Fa cagare, ma non so se sia la canzone o l'interpretazione.

Da un portone esce all'improvviso una ragazza.

Sta parlando a telefono,

ha il viso bellissimo e triste,

i capelli neri e lunghi e lisci.

Se li tira appresso al suo vestito a fiori e al suo tacco portatore di grazia. Si infila in una utilitaria bordeaux. 

Parte.

Pare stia piangendo. 

Riappare il suv, nero, e va veloce.

Passa un ragazzo di colore in bici, vestito di nero, bici nera, senza fanale, lo vedo all'ultimo istante. 

Faccio per girarmi e dirgli di stare attento senza luci, ma ha già svoltato.

Guardo la mia cagnolona, anche lei è entusiasta del freschetto.

Ci dirigiamo verso casa.

Il suv ci passa accanto, ci sono due ragazzi,

ben vestiti.

Cento metri più avanti si fermano. Spengono il motore.

Vedo accendersi la luce nell'abitacolo.

A breve passerò accanto all'auto.

Sbircio il passeggero, con una Paypal in mano, sta stendendo coca su un CD.

I nostri sguardi si incrociano un istante.

Lui continua, io proseguo, vedo casa, da lontano, una stella, e una delle lune più belle che abbia mai visto.

Non mi stupisce la coca o il suv, ne la giovane età.

Mi atterrisce il fatto che il ragazzo stesse preparando il pippotto su un CD di Eros Ramazzotti.

Ultima pisciata prima di casa, 

il mio vicino sta entrando in auto, presumo per metterla in garage. E' una brava persona, educata e simpatica.

Mi ricorda che grazie a Bea, la mia vita è cambiata e che almeno un paio di volte al giorno passeggio spensierato, e poi mi dice che prima o poi si prende un cane.

Mentre ricordo tutte le volte che in maniera spensierata porto giù la cagnona, in qualsiasi situazione climatica, e qualunque stato psicofisico gli dico che è un'ottima idea e gli consiglio di adottare un trovatello da un canile.

Ci diamo la buonanotte.

Apro il portone, 

salendo le scale rifletto:

presa con moderazione l'umanità talvolta può essere uno spettacolo tutto sommato piacevole.



© salvatore digennaro

sabato 12 settembre 2020

calcio e biscotto

CALCIO E BISCOTTO


Ho sempre avuto terrore che un folle qualsiasi, per qualche strana ragione nel suo cervello, avendone il potere, innescasse un'apocalisse nucleare.
Una storia simile è raccontata nel film "Dr Strangelove- il dottor stranamore ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba " di Stanley Kubrick: un generale statunitense impazzisce e chiudendo tutti i contatti con l'esterno lancia un ordine di attacco nucleare nei confronti dei sovietici, e vani risultano tutti i tentativi di fermarlo.
Nella vita reale, per la legge USA, il Presidente è l'unico a poter impartire l'ordine di attacco nucleare.
Il comando deve essere avallato dal Segretario alla Difesa che comunque non ha potere di veto: si limita a testimoniare l'effettivo ordine impartito dall'inquilino della Casa Bianca.
L'ordine viene dato attraverso l’attivazione di codici segreti in suo possesso e secondo regole conservate in una valigetta in pelle nera, custodita da 5 militari, che segue il Presidente statunitense in ogni suo spostamento, chiamata Football.
All'interno della valigia è contenuto il Black Book, un prontuario di 75 pagine con obiettivi, scenari e vittime che un eventuale attacco potrebbe causare.
Inoltre la borsa contiene un elenco dei luoghi sicuri dove trasferire il Presidente in caso di attacco nucleare e le procedure mediatiche per comunicare con la Nazione.
I "codici di attacco" sono invece riportati una specie di carta di credito che il Presidente deve avere sempre addosso, chiamato Biscuit, biscotto.
Pochi minuti dopo l'ordine, 900 testate atomiche sono pronte ad colpire diversi angoli del pianeta.
Giusto per una visione più globale del problema, occorre specificare che oltre agli Usa, Cina, Francia, Regno Unito, Russia, USA, India, Corea del Nord, Pakistan ed Israele hanno armi nucleari.
Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Turchia, invece hanno firmato un trattato per cui possono ricevere in prestito dalle potenze nucleari NATO, qualche bomba da poter utilizzare.
Bielorussia, Kazakistan, Sudafrica ed Ucraina ne erano in possesso e dicono di aver smantellato l'arsenale.
A conclusione mi par doveroso rammentare che il Presidente americano è Donald Trump, fresco candidato al premio Nobel per la Pace.
Alla sua prima uscita appena nominato pel di carota ha candidamente annunciato al pianeta:  
"L’America possiede un’arma nucleare la cui potenza, unica e mai vista prima, è persino inimmaginabile per ciascun Paese del mondo”.

D'altronde Nobel è colui che ha inventato la dinamite.

© salvatore digennaro





mercoledì 25 luglio 2018

coccodrilli





COCCODRILLI




Vomitarono 
il loro veleno quotidiano
ed archiviarono Marchionne, 
cento greci bruciati, 
mille migranti affogati, 
li misero in un cassetto,
tra Falcone e Borsellino,
e il grande Torino,
i diecimila 

mandati a spezzare le reni alla Russia,
le centomila 

vittime del sisma di Messina e Reggio.

Chiusero il cassetto.

E poi tornarono a fotografare pietanze e gattini.

In alto, 
sul mobile col cassetto dei coccodrilli ,
nuovo di zecca, 

splendeva
il crocefisso omaggio
del ministro dei temporali.




© salvatore digennaro

l'infine

L'infine Affonderemo danzando, come la sala da ballo del Titanic  o creperemo testando improbabili ricette. Berremo la cicut...